Cirneco dell’Etna: Foto, caratteristiche e prezzo della Razza.

Cirneco dell'Etna
foto – Wikipedia

I parenti del Cirneco dell’Etna

Il Cirneco dell’Etna è una delle quattordici razze italiane, non sappiamo se, tra queste, sia la più antica, ma esistono testimonianze che da quasi tremila anni rivelano la sua presenza in Sicilia.

Il Cirneco dell’Etna è un cane primitivo, cioè un animale che non è stato frutto di un progetto e di una successiva selezione programmata da parte dell’uomo come invece è avvenuto per la maggior parte delle razze presenti nel panorama internazionale; la selezione del Cirneco dell’Etna è stata fatta prevalentemente dalla natura, dall’ambiente e dall’uso che ne è stato fatto.

Dunque un cane di origine selvatica, fa parte di un insieme di razze da caccia molto simili tra di loro e provenienti tutte dal bacino del mediterraneo dove si sono evolute a partire dall’età Faraonica.

Ma quali sono le ipotesi più credibili delle origini del Cirneco dell’Etna?

Cirneco dell'Etna

Fra gli studi e le teorie più accreditate, che scaturiscono dalle dalle ricerche dei più illustri naturalisti fra cui il Bellin, il Keller, Saint Hilaire,di Jettelers spicca con insistenza l’ipotesi che i levrieri discendessero tutti dal lupo abissino.

Nel bacino del mediterraneo

Il bacino del Mediterraneo, dall’ Egitto al Marocco, deve essere considerato uno dei teatri più significativi dove, la storia del cane ha scritto tra le pagine più belle e affascinanti.

Kallmeyr Bellin asserisce che, già all’epoca degli Assiri, erano presenti in tutte le regioni bagnate dal Tigri e l’Eufrate, cani levrieri che venivano utilizzati per la caccia.

In seguito questi cani arrivarono nella valle del Nilo soprattutto ad opera degli Hyksos che, spinti dal loro spirito battagliero, conquistarono l’Egitto.

Qui fu inevitabile l’incrocio con il lupo Abissino o con cani che derivavano da esso che era arrivato dall’Etiopia in tempi precedenti e si era diffuso in tutta l’Africa settentrionale.

Si formò così un ceppo di cani, le cui forme le troviamo raffigurate nelle tombe egizie e i n rappresentazioni artistiche di vario genere; più duttili perché non erano espressione solo di velocità ma avevano acquisito anche capacità di cercare e scovare la selvaggina e quindi più adatti alla selvaggina locale di mole inferiore e ai terreni meno ampi.

Prima di Cristo

Intorno al 1000 a.C. incominciò il grande viaggio al di la del mediterraneo e principalmente attraverso due vie: la prima come una sorta di riflusso verso l’Asia minore, ed il Mar Nero fino in Russia dove, attraverso incroci con il pastore susso, dotato di pelo lungo e folto ebbe origine il Borzoi; la seconda attraverso il mediterraneo per opera dei Fenici che diffusero questo cane in tutta l’Europa meridionale e attraversando le colonne d’Ercole fino all’Inghilterra dove diede origine ad altri tipi di Levrieri.

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Caratteristiche

Il Cirneco dell’Etna ha la testa è lunga e stretta, con cranio ovaleggiante, stop poco accentuato e muso a punta. La canna nasale è rettilinea, il tartufo piuttosto grande. Gli orecchi del Cirneco dell’Etna, inseriti alti e ravvicinati, sono portati ben eretti. Il petto è piuttosto stretto, le costole poco cerchiate; il profilo superiore del dorso è rettilineo, mentre la groppa è inclinata di circa 45°rispetto all’orizzontale.

Lo standard del Cirneco dell’Etna

standard

Aspetto generale del cane

Il Cirneco dell’Etna è un cane di tipo primitivo dalle forme eleganti e slanciate, di media taglia, poco ingombrante ma robusto e resistente. La conformazione è quella del sub-dolicomorfo costruito leggermente, con tronco che sta nel quadrato e con pelo fine.

Proporzioni importanti

Lunghezza del tronco uguale all’altezza al garrese (costruzione quadrata); altezza del torace leggermente inferiore all’altezza dal gomito a terra; rapporto tra la lunghezza della canna nasale e la lunghezza totale della testa; la canna nasale non raggiunge la metà della lunghezza totale della testa (il muso sta al cranio come 8 a 10, ma sono maggiormente apprezzati i soggetti il cui muso raggiunge la lunghezza del cranio).

Comportamento e carattere

Il Cirneco dell’Etna è un cane da caccia adatto a terreni aspri e specialmente indicato per la caccia al coniglio selvatico – cane dotato di grande temperamento, e dolce ed affettuoso, nel contempo.

Testa

Regione cranica

In senso longitudinale, forma ovaleggiante; gli assi cranio-facciali sono fra di loro appena divergenti o paralleli. Il profilo superiore del cranio leggermente convesso quasi da apparire piatto, la larghezza bizigomatica del cranio non deve superare la metà della lunghezza totale della testa, arcate sopracciliari poco elevate, solco frontale poco sviluppato, cresta occipitale quasi nulla, protuberanza occipitale poco sviluppata. Stop: Grado di accentuazione all’incirca 140f.

Regione facciale

Tartufo

Il Cirneco dell’Etna ha un tartufo di forma abbastanza rettangolare, piuttosto grande, colore in relazione al manto (marrone piuttosto scuro, marrone chiaro, carnicino).

Muso

La lunghezza del muso raggiunge almeno 1’80% della lunghezza del cranio, profondità od altezza (misurata alla metà del muso) raggiunge almeno la metà della sua lunghezza del muso stesso, la larghezza (misurata alla metà del muso) è inferiore alla metà della sua lunghezza. Il muso quindi è a punta con profilo della canna nasale rettilineo, il suo profilo laterale inferiore è dato dalla mandibola.

Labbra

Le labbra del Cirneco dell’Etna sono fini, sottili e tese, ricoprono appena i denti della mandibola. La commessura labiale è appena visibile.

Mascella

Mascella di sviluppo normale anche se d’apparenza non robusta, mandibola poco sviluppata con mento sfuggente. Incisivi impiantati posti verticalmente sulle mascelle e perfettamente allineati e combacianti fra di loro

testa Cirneco dell'Etna

Guance

Piatte

Denti

Chiusura a forbice e denti completi per sviluppo e numero

Occhi

Occhi apparentemente piuttosto piccoli, colore ocra non carico, ambra e anche grigi, mai marrone o nocciola scuro, la loro posizione è laterale, espressione dolce, rime palpebrali ovali con pigmentazione uguale a quella del tartufo.

Orecchie

Inserite ben in alto e ravvicinate, portamento eretto e ben rigido ad apertura anteriore, forma triangolare con punta stretta, non vanno amputate. La loro lunghezza non oltrepassa la metà della lunghezza totale della testa.

Collo

Profilo

Profilo superiore molto arcuato (convesso).

Lunghezza

Lungo quanto la testa.

Forma

Leggermente troncoconico, muscoli appariscenti in special modo al suo margine superiore.

Pelle

Pelle fine e tesa, molto aderente, assenza di giogaia.

Tronco

Linea superiore

Rettilinea, che dal garrese scende bene verso la groppa.

Garrese

Elevato sulla linea dorsale, stretto per la convergenza della punta delle scapole, l’attacco del collo Ë armonioso, cioè senza alcuna demarcazione.

Dorso

Profilo superiore rettilineo, muscoli senza grande sviluppo, la lunghezza della parte toracica, è all’incirca tre volte la lunghezza della parte lombare, la lunghezza della parte lombare è pressappoco un quinto dell’altezza al garrese e la sua larghezza si avvicina alla misura della sua lunghezza, muscoli corti e poco appariscenti ma sodi.

Groppa

Profilo superiore piuttosto piatto, la sua inclinazione è di circa 45° sull’orizzontale, quindi groppa scoscesa, secca e robusta, la sua lunghezza raggiunge, all’incirca un terzo dell’altezza al garrese e la sua larghezza si avvicina come misura alla metà della sua lunghezza, i muscoli della groppa non sono appariscenti.

Torace

La lunghezza del torace è poco più della metà dell’altezza al garrese (circa 57%) e la sua larghezza (misurata nella parte più ampia del torace) è poco meno di un terzo dell’altezza al garrese, il torace scende all’altezza del gomito o quasi senza però oltrepassarlo, coste poco cerchiate, mai piatte, perimetro toracico che supera in misura l’altezza al garrese di circa un ottavo, petto piuttosto stretto.

Linea inferiore

I1 profilo inferiore è dato da una linea che rimonta, in corrispondenza del ventre, senza brusche demarcazioni. Ventre asciutto e retratto, fianchi pari in lunghezza alla regione renale.

Coda

Inserita in basso, di forma piuttosto grossa ed uniforme in tutta la sua lunghezza, coda lunga sino a raggiungere il garretto o leggermente oltrepassarlo, in riposo è portata a scimitarra, in attenzione a tromba sul dorso, pelo raso.

Arti

Arti anteriori

Nell’insieme l’appiombo visto di profilo evidenzia la verticale immaginaria calata a terra dall’articolazione scapolo-omerale, sino a toccare la punta delle dita così come la verticale immaginaria abbassata dall’articolazione omero-radiale divide l’avambraccio ed il carpo in due parti quasi uguali uscendo a metà del metacarpo. L’appiombo visto di fronte deve mostrare la verticale immaginaria calata a terra dalla punta della spalla, che divide in due parti uguali l’avambraccio, il capo, il metacarpo ed il piede. L’altezza di tutto l’arto anteriore sino al gomito Ë di poco superiore alla metà dell’altezza al garrese.

Spalle

La scapola deve avere la lunghezza di quasi un terzo dell’altezza al garrese ed una inclinazione di 55° sull’orizzontale, le punte delle scapole sono ravvicinate, l’angolo scapolo-omerale è di 115/120°.

Braccio

La lunghezza del braccio è la meta dell’altezza dell’arto anteriore sino al gomito, il braccio è parallelo o quasi al piano mediano del tronco, poco obliquo sull’orizzontale, la muscolatura del braccio è appariscente e netta.

Gomito

Posizione a livello della linea sternale o posto al di sotto e parallelo al piano mediano del tronco, angolo omero-radiale 150° circa.

Avambraccio

La lunghezza dell’avambraccio è uguale ad un terzo dell’altezza al garrese, la sua direzione è perpendicolare al terreno, scanalatura carpio-cubitale evidente, ossatura leggera ma solida.

Carpo

Segue la linea retta dell’avambraccio, osso pisiforme ben sporgente.

Metacarpo

La lunghezza del metacarpo non deve essere inferiore al sesto dell’altezza di tutto l’arto anteriore sino al gomito, largo più del carpo ma piatto e secco, il metacarpo è leggermente inclinato dall’indietro all’avanti, ossatura piatta e secca.

Piede

Di forma ovale, da lepre, a dita ben unite fra di loro ed arcuate, unghie forti e ricurve di colore marrone o carnicino-rosa tendente al marrone, mai nere, suole dure e pigmentate del colore di quello delle unghie.

Arti posteriori

Nell’insieme l’appiombo visto di profilo evidenzia la verticale immaginaria calata a terra dalla punta della natica sino a toccare la punta delle dita o quasi, l’appiombo visto da dietro evidenzia la verticale immaginaria, calata a terra dalla punta ella natica e che divide in due parti uguali la punta del garretto, metatarso e piede. La lunghezza totale dell’arto posteriore Ë all’incirca il 93% dell’altezza al garrese.

Coscia

La sua lunghezza è un terzo dell’altezza al garrese, muscoli piatti con margine posteriore della coscia poco convesso, la larghezza della coscia (faccia esterna) è pari ai 3/4 della sua lunghezza, angolo ileo-femorale è di circa 115°.

Gamba

Lunghezza di poco inferiore a quella della coscia, la gamba è inclinata di 55° sull’orizzontale. I muscoli che la ricoprono sono asciutti e ben divisi, ossatura leggera, scanalatura gambale ben marcata.

Ginocchio

II ginocchio deve trovarsi sulla verticale calata dalla punta della natica a terra; l’angolo femoro-tibiale è di circa 120°.

Garretto

La distanza della pianta del piede alla punta del garretto non oltrepassa il 27% dell’altezza al garrese, la sua faccia esterna è larga, angolo tibio-tarsico circa 135f.

Metatarso

La sua lunghezza è uguale al terzo della lunghezza dell’arto anteriore al gomito, è di forma cilindrica e la sua posizione è verticale cioè perpendicolare al terreno, assenza di speroni.

Piedi

Leggermente ovale e con tutte le caratteristiche di quello anteriore.

Andatura

Galoppo anche con tempi di trotto.

Pelle

Fine, ben aderente agli strati sottostanti in ogni regione del corpo. Il pigmento varia col variare delle macchie del mantello. Le mucose e la pelle del tartufo sono dei colori descritti per il tartufo e non debbono mai presentare macchie nere ne essere depigmentate.

Mantello

Pelo

Pelo raso sulla testa, sulle orecchie e sugli arti, semi lungo (cm. 3 circa) ma ben liscio ed aderente alla cute sul tronco ed alla coda, tessitura vitrea.

Colore

a – fulvo unicolore più o meno intenso o diluito, come isabella sabbia, ecc.

b – fulvo e bianco nelle sue gradazioni (lista bianca in testa, lista bianca al petto, piedi bianchi, punta della coda bianca, ventre bianco; (meno apprezzato il collare bianco); tollerato il color bianco unicolore o con macchie arancio; ammesso il manto fulvo frammisto di peli più chiari e più scuri.

Taglia e peso

Altezza al garrese

Maschi: da 46 a 50 cm. Tolleranza massima 52 cm.
Femmine: da 42 a 46 cm. Tolleranza massima 50 cm.

Peso

Maschi: da 10 a 12 Kg.
Femmine da 8 a 10 Kg.
I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto.

Difetti nel Cirneco dell’Etna

Ogni deviazione delle caratteristiche indicate nella descrizione delle varie regioni costituisce un difetto, che deve essere penalizzato nel giudizio in rapporto alla sua gravità e diffusione.

Difetti eliminatori nel Cirneco dell’Etna

Convergenza degli assi cranio-facciali, canna nasale concava, prognatismo accentuato, pigmentazione nera anche parziale, orecchio totalmente pendente o a pipistrello,

Unghie nere, cuscinetti plantari e digitali neri, coda arrotolata sul dorso, unicolori marrone o fegato, macchie nere, macchie marroni, presenza di peli neri o marrone, altezza inferiore ai due centimetri rispetto al minimo previsto o superiore ai 52 cm. nei maschi ed ai 50 nelle femmine; mantello tigrato, mucose nere.

Difetti da squalifica

Enognatismo, monorchidismo, criptorchidismo, depigmentazione totale, occhio gazzuolo.

Ringraziamo per la collaborazione nella realizzazione della scheda il Sig Domenico Tricomi

Prezzo:

Per un cirneco dell’Etna si spendono tra i 900 – 1300 euro

Guarda il video del cirneco dell’Etna