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AXOLOTL, PETER PAN DEGLI ANFIBI


L'Axolotl è un anfibio. Più precisamente, una salamandra... ma molto, molto speciale! 



AXOLOTL, PETER PAN DEGLI ANFIBI


Appassionati, collezionisti e amanti della natura lo custodiscono in acquario, per i suoi colori ed il suo fascino misterioso.
Antropologi e ricercatori lo allevano con cura.
Medici, biologi e scienziati di tutte le parti del mondo lo studiano, più di qualsiasi altro anfibio.

Perché?
Vediamo un po' che cosa si cela dietro...

Il rebus biologico dell'Axolotl

Quello dell'Axolotl è un doppio salto acrobatico, dal punto di vista evolutivo.
Il primo salto è la specialità di tutti gli Anfibi: la metamorfosi, cioè la trasformazione da animale acquatico in terrestre.
Tutti sanno che un girino diventa rana. Da un animale con le branchie si ha un animale con i polmoni.

 

L'Axolotl può trascorrere la propria intera vita come animale acquatico, completamente immerso, respirando come un pesce grazie a delle branchie esterne molto sviluppate.

 
L'Axolotl è dunque un anfibio neotenico, perché riesce ad arrivare al traguardo della vita (la riproduzione!) restando nella fase larvale-acquatica della sua esistenza ('girino').

Solo in casi particolari questi girini 'scelgono' di trasformarsi in salamandre terrestri.
Quando?

L'Axolotl sceglie di metamorfosare in animale adulto e terrestre solo in situazioni biologiche di stress.
E quindi, in caso di sovrappopolamento, penuria d'acqua, scarsità di ossigeno.
In tali casi la metamorfosi rappresenta una reazione di difesa e adattamento dell'animale.
Ma non è tutto! Quest'anfibio mostra, oltre alla neotenìa, un'altra incredibile capacità: la rigenerazione di organi ed arti accidentalmente asportati.


Parti di organi come gli occhi, tessuti, arti con muscoletti e ossicini: lui rigenera il suo corpo in pochi giorni.
I suoi tessuti sono così 'fertili' che talvolta gli si possono vedere sei zampe anziché quattro, o due teste, proprio come un'antica divinità.

GLI ALLEVAMENTI CONSIGLIATI DA INSEPARABILE SONO:

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se vuoi sapere come segnalare il tuo, contatta: marketing@inseparabile.it 


AXOLOTL, IERI E OGGI

L'Ambystoma mexicanum è originario del lago di Xochimilco, a sud di Città del Messico.

Fin dall'antichità, l'Axolotl stimolò la fantasia mitologica degli Aztechi.
Essi lo identificarono con il dio Xolotl, vittima predestinata, secondo la leggenda, di un sacrificio da parte degli altri dei. E il dio visse una serie di trasformazioni, mimetizzandosi fra mondo terrestre e mondo acquatico.

Più di recente, l'Axolotl ha corso il rischio di estinguersi nella sua stessa patria, sia perché oggetto di caccia indiscriminata ad uso alimentare, sia per la modifica agricola e l'inquinamento del territorio.

Per noi uomini moderni, l'Axolotl è semplicemente oggetto di numerosissime ricerche scientifiche, più di ogni altro anfibio.
L'Ambystoma mexicanum ha la potenzialità generativa tipica degli Urodeli, ed esistono circa 40 diverse mutazioni di questo importante 'sistema fisiologico vertebrato'. Esso viene studiato con accanimento da biologi e medici per capire che cosa si cela, a livello ormonale, dietro i suoi primitivi misteri: metamorfosi, neotenìa, rigenerazione.

Se vogliamo, cercano di carpirgli... il segreto dell'eterna giovinezza!

 

ALLEVAMENTO DEGLI AXOLOTL


La vita e l'ambiente

L'habitat naturale dell'Axolotl è costituito da corsi e specchi d'acqua più o meno profondi e ricchi di vegetazione, ma caratterizzati dalla totale assenza di corrente. Qui, alla fine dell'inverno o all'inizio della primavera, si accoppia.

Dopo il corteggiamento, il maschio rilascia la sua spermatofora (notare il gonfiore sferico nella parte bassa dell'addome). Essa viene captata dalla cloaca della femmina, che vi striscia sopra. Durante l'uscita le uova vengono quindi fecondate singolarmente, man mano che passano davanti alla spermoteca della femmina.

Le femmine depongono uno o più grumi mucillaginosi contenenti ciascuno 50-100 uova, o più.

Le larve, di piccole dimensioni, nascono dopo circa 20 giorni (secondo la temperatura), e raggiungono la maturità sessuale anche entro il primo anno di età. Presso l'Axolotarium sono disponibili sia gli Axolotl adulti, sia le larve di diverse dimensioni.


L'Axolotl adulto non supera generalmente i 28 cm di lunghezza. La sua colorazione è in genere va dal verde scuro al marrone, ma è piuttosto comune tutta una serie di forme albine o albinotiche, completamente bianche o gialle, ad eccezione delle branchie di color rosso acceso.
Molto bella è anche la forma melanica, di un nero intenso e vellutato.

Normalmente gli Axolotl sono particolarmente longevi e robusti e se sono mantenuti a una temperatura di 14-18°C, possono vivere fino a 25 anni.

La vasca

La vasca adatta ad ospitare gli Axolotl (animale completamente acquatico) è un semplice acquario dalla capienza minima di 40-50 l. Un tale contenitore è adatto all'allevamento di due adulti, mentre per animali giovani, di non più di otto mesi d'età, è sufficiente una vasca da 20 l. Per allevare più esemplari, bisogna calcolare almeno altri 20 l per ogni ulteriore coppia di adulti.
La convivenza di più animali nello stesso acquario può tuttavia originare fenomeni di cannibalismo, con
perdita di arti, che vengono rapidamente rigenerati.

Sconsigliamo l'allevamento di esemplari a differenti stadi di crescita nello stesso contenitore, in quanto gli Axolotl di grandi dimensioni possono tranquillamente ingoiare esemplari di piccola taglia.

Gli Axolotl sono animali essenzialmente notturni, e sono disturbati dalla luce solare diretta. È quindi opportuno predisporre all'interno dell'acquario dei rifugi, ad es. delle rocce disposte a formare piccole grotte, radici ecc.) che gli permettano, se ne avvertono la necessità, di nascondersi.

Per il fondo è bene evitare l'uso del classico ghiaietto siliceo a grana fine, che potrebbe essere involontariamente inghiottito da questi anfibi, provocando loro seri danni all'apparato digerente. Consigliamo invece l'uso di sabbia a grana grossa, rocce o lastre di travertino, facendo attenzione a creare ampie zone di vasca libere per il nuoto.

Rinunciare a qualsiasi materiale per il fondo facilita la pulizia della vasca a spese però dell'estetica.

L'acqua

La maggior parte degli anfibi può vivere ad un pH compreso fra 6.5 e 8.5. Nel caso degli Axolotl il valore ottimale è 7-7.2. La temperatura consigliata è nell'intervallo 16-20 °C. Una temperatura troppo bassa può bloccare il processo digestivo del cibo che, in casi limite, viene rigurgitato. Una temperatura troppo alta impedisce all'ossigeno di disciogliersi e potrebbe indurre la metamorfosi.
Sali. L'acqua distillata o comunque poco "dura", cioè povera di sali di calcio e magnesio, danneggia la pelle degli Axolotl; devono, dunque, essere presenti buone quantità di questi sali. È quindi possibile utilizzare acque provenienti dagli acquedotti (in italia sono in media piuttosto dure).

In mancanza di prodotti specifici per il rinforzo in sali, si può usare la seguente formulazione, utile soprattutto se gli A. hanno problemi o malattie di pelle (dose per 100 litri d'acqua):
KCl (Cloruro di potassio): fino a mezzo cucchiaino da caffè;
CaCl2 (Cloruro di calcio): fino 2 cucchiai da tavola;
MgS04 (Solfato di magnesio): fino a 1,5 cucchiai da tavola;
NaCl (Cloruro di sodio = sale grosso da cucina): fino 150 gr.

L'Axolotl è molto sensibile al cloro, se presente nell'acqua potabile. E' pertanto necessario adoperare acqua potabile tenuta precedentemente a riposo almeno 48 ore.
E' consigliabile un sistema di filtraggio, sia biologico che chimico (con carbone attivo) per mantenere limpida l'acqua della vasca. Le abbondanti deiezioni prodotte dagli Axolotl, infatti, tendono a far aumentare rapidamente il tasso di ammoniaca disciolta (lo si può monitorare con appositi kit; valore preferibile: zero.).
Tenere basso il flusso d'acqua in caso di filtraggio continuo, perché con un ricircolo troppo veloce gli A. non riescono a mantenere protetta la pelle.
In assenza di filtraggio, bisogna prevedere regolari ricambi parziali con acqua controllata.

In ogni caso, il campanello d'allarme per le non ideali condizioni chimiche dell'acquario lo forniscono gli animali stessi che, se in difficoltà, nuotano frequentemente nelle vicinanze della superficie per ingoiare aria, incapaci di procurarsi una sufficiente quantità di ossigeno disciolto tramite le sole branchie esterne.

L'alimentazione

L'Axolotl è predatore di vermi, molluschi, piccoli invertebrati. In acquario lo si può nutrire con Daphnia, con mangime in stick o pastiglie per pesci di fondo carnivori o onnivori. Va evitato il mangime per pesci algivori, troppo ricco di vegetali. L'A. gradisce molto le prede vive: guppy e altri piccoli pesci, lumache, larve e lombrichi, ma in realtà può attaccare qualsiasi animale di dimensioni tali da entrare nella sua grande bocca. Il nome Ambystoma significa infatti proprio "bocca a coppa".

È sconsigliabile introdurre nella vasca altri Anfibi di piccole dimensioni (es. rane o tritoni) che finirebbero inevitabilmente divorati. Un Axolotl giovane può essere nutrito con 1-2 stick o pastiglie al giorno, o con un piccolo pesce (2-3 se l'A. è adulto).
Dato che si tratta di Anfibi piuttosto voraci, il fatto che non si alimentino per diversi giorni indica uno stato di sofferenza dell'animale. In questo caso vanno verificati i valori chimico-fisici dell'acqua e la temperatura.

Le malattie

L'Axolotl, come altri Anfibi, è soggetto a varie forme di fungosi, che si manifestano con l'apparizione sull'epidermide e sulle branchie di zone decolorate, o di fiocchetti bianchi dall'aspetto vaporoso. In questo casi si possono utilizzare appositi fungicidi per pesci d'acquario, che vanno introdotti nell'acqua in dosi variabili a seconda del prodotto. Uno di essi è il Nitrofura-G, a base di a base di Furazolidina, blu di metilene (disinfettante) e dicromato di potassio (ossidante). Come dice il nome, esso colora l'acqua in blu.
È buona norma maneggiare il meno possibile questi animali.
La loro pelle è infatti molto sottile e delicata, e viene danneggiata dal contatto con l'epidermide umana, che apre la strada all'attacco fungino.

Se gli Axolotl sono tenuti e alimentati appropriatamente, è poco probabile che si ammalino; mentre quelli stressati da condizioni avverse o sperimentazioni varie sono vulnerabili alle infezioni da parte di batteri patogeni opportunistici come Pseudomonas, Aeromonas e altri organismi gram-negativi.
Il primo segno di malattia sono perdita di appetito e deterioramento delle branchie. Si può anche avere anemia.
In casi più gravi gli Axolotl possono diventare itterici e manifestare piaghe aperte sulla pelle.
In casi molto gravi, possono manifestarsi ascessi o edemi. Sono più soggetti ad ammalarsi gli individui adulti rispetto alle forme larvali.

L'Axolotl ammalato va posto in una vasca pulita e isolata, in acqua precedentemente riposata per almeno 48 ore. La temperatura va tenuta bassa (5-15) °C per ridurre lo stress. In caso di lesioni esterne (piaghette, ferite) aggungere qualche goccia di mercuriocromo all'acqua: agisce da disinfettante. (Dose: non superare una colorazione dell'acqua giallo pallido).
Non aggiugere composti che contengano rame o manganese.

In casi gravi può essere efficace un trattamento con antibiotici; ricercatori americani (Università dell'Indiana) riportano l'utilizzo di antibiotici ad ampio spettro come Enrofloxacina (Baytrill), Gentamicina o Amikacin.
I ricercatori hanno iniettato questi antibiotici per via intraperitoneale, ma questo metodo è molto impegnativo per un normale amatore. Essi esprimono riserve sull'efficacia degli antibiotici quando aggiunti semplicemente all'acqua...
Ad ogni modo, essi raccomandano esplicitamente di non usare nell'acqua Tetracicline e derivati, in quanto fortemente irritanti per la pelle, mentre i primi tre antibiotici elencati sono ben tollerati.
Comunque, le dosi impiegate sono di 5mg/kg cioè 5 milligrammi di principio attivo per ogni Kg di peso corporeo dell'animale (attenzione a calcolare le dosi in proporzione!).

La metamorfosi

La metamorfosi negli Anfibi è determinata dall'ipofisi, che governa il funzionamento della tiroide, che a sua volta produce un ormone chiamato tirossina (o tiroxina).
Somministrando tirossina a un Axolotl (ad esempio dandogli in pasto un po' di polpa di tiroide) si induce chimicamente la sua metamorfosi in forma terrestre.

Abbiamo già detto che la metamorfosi può essere indotta da uno stress (scarsità di acqua, di ossigeno, sovraffollamento). Sintomi di incipiente metamorfosi degli A. in acquario sono inappetenza e ipersensibilità agli stimoli esterni.
In condizioni 'normali' la metamorfosi dell'Axlotl non si verifica quasi mai.

Allevamento in laghetto

Un'alternativa all'allevamento in acquario è rappresentata dal laghetto: questi animali si adattano tranquillamente al clima di buona parte delle regioni italiane, anche con temperature vicine allo zero.
Per l'allevamento all'aperto di Anfibi è sempre necessario predisporre un'adeguata recinzione, per evitare che essi diventino prede di cani, gatti, serpenti, ratti e altri predatori.

Se la vasca in esterni è abbastanza ampia e non sovrappopolata, gli Axolotl possono essere nutriti solo saltuariamente con vermi o piccoli pesci.
Uno strato di foglie morte sul fondo permetterà loro non solo di sfuggire alla luce troppo intensa, ma anche di ripararsi in caso di abbassamento eccessivo della temperatura dell'acqua, cadendo in uno stato di semi-ibernazione.
Analogamente, nella stagione estiva gli animali possono mostrare un breve periodo di estivazione, con riduzione dell'attività motoria e alimentare.

si ringrazia l'Axolotarium per la realizzazione di questa scheda.

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